"Scrivi, Scrivi. Alla Fine, Fra Tonnellate Di Carta Da Buttare Via, Una Riga Si Potrà Salvare. (Forse.)" ~[D.Buzzati]
lunedì 16 aprile 2018
Marmo e granito
sabato 13 gennaio 2018
Suono modulato
sanno fare suoni molto varii
e personali
e se siamo uccelli
con quello che hanno da fare gli uccelli
tanto vale passare
la vita a comporre
un suono
per riconoscerci.
giovedì 11 gennaio 2018
Glance1
venerdì 8 dicembre 2017
Estinzione
(Non le condivido perché sono davvero immagini dolorose, ma se avete coraggio andate a cercarle.)
Io seguo Paul Nicklen da anni, e so cosa pensa quando le leggi della natura sono dure.
Soffre un po', ma è così che funziona.
Questa però non è una legge della natura. È una legge dell'uomo. Lui ed il suo collega non hanno potuto fare niente. Cosa vuoi fare.
Per quanto triste, purtroppo, il problema non è l'orso. Una volta ho letto un articolo bellissimo con un grafico molto chiaro del riscaldamento globale attraverso i millenni. Sembra che più o meno il mondo si sia sempre scaldato un pochino, con qualche passo indietro.
Poi la curva ha un'impennata pazzesca (pazzesca) che è molto recente.
È così da quando l'uomo ha il potere di fare cose più grandi di lui, su larga scala, ad ampio raggio, con molta energia, con molte risorse, enormi fabbriche, cambiamenti repentini, e, soprattutto, molti soldi e molto comfort.
Giorni fa tornavo da lavoro e dal finestrino guardavo l'asfalto sulla strada. È scontato che ci sia, non possiamo farne a meno, e così abbiamo piastrellato tutto il pianeta con questa schifezza putrida e tossica. Le case sicure in cui viviamo per proteggerci dall'estinzione sono di cemento armato. Un'ora di luci di New York quanto costa? Costa qualche milione, un decimo di grado centigrado per l'estate prossima, un chilo di ghiaccio, un orso o un pinguino.
Volevo dire una cosa a tutti quelli che si godono l'entropia dalla loro parte, ma non a quelli che fanno l'idromassaggio ogni tanto. A quelli che fanno le cose enormi che non uccidono solo orsi ma anche persone, bambini. Vi volevo dire che siete al mondo per poche decine d'anni, e non serve fare molti calcoli: i soldi che guadagnate alla vostra scrivania dando ordini per rovinare il mondo non basteranno mai a rendere decenti le vostre piccole vite da viscidi.
domenica 30 aprile 2017
Shoot the moon
domenica 1 maggio 2016
Le giornate inutili
sono quando
niente.
giovedì 21 aprile 2016
Per la Terra
Signore e signori, guardate tutti qualche meraviglia oggi, senza dover prenotare un volo per le Maldive. Fermatevi a guardare una violetta: dura pochissimo, ma è fresca e tenera. Confrontate il colore dei fiori e dite se siete in grado di sceglierne uno che sia il più bello. Guardate le persone, senza pensare a cosa fanno, a come sembrano: guarda negli occhi qualcuno oggi, e dì se ci trovi dentro una meravigliosa opera di poesia e di alta ingegneria, o un mistero, dì se ci trovi dentro la natura, se essere umano ti fa sentire un capolavoro. Vai al mare, in montagna, in giardino. Respira forte e senti se l'aria che respiri, che tuttavia non è molto pulita, riempie i polmoni e nutre tutte le nostre cellule. Hai mai visto un granchio pescato tornare nel mare? Se non lo hai mai visto, te lo dico io: cambia colore. Prende un colore vivace e la vita gli riempie tutto il carapace. Si crogiola nella sabbia calda e fa le bollicine nell'acqua. Una goduria. Essere vivo. Come quando di notte ti svegli e non hai un braccio e invece è addormentato, morto, paralizzato, e quando lo muovi senti i vasi linfatici ripartire, la linfa scorrere, i vasi riempirsi. Si sente la vita che brucia e poi se ne sta lì al suo posto, dove deve stare. Dì se non è un capolavoro.
venerdì 11 dicembre 2015
Una scorciatoia
E' la mia scorciatoia per quando perderò il filo. Non è bella, ma è quella che ho imparato per prima e non posso farci niente. La terrò, e la metterò via. Non mi accada mai di doverla usare. Siamo nati col movimento, è nella nostra natura. Ogni volta che rinunciamo al movimento in nome di qualche paura o tensione, perdiamo qualcosa di importante. Non bisognerebbe mai staccare la spina da un sentimento di vita e di libertà. Il nostro corpo può andare all'indietro e sbilanciarsi fino a un attimo prima di cadere. Non è giusto fare finta. Fingiamo prima di tutto con noi stessi. Uno slancio va completato ed assaporato con la sua velocità e il suo ritmo. Ogni vertebra deve piegarsi alla felicità o alla disperazione di un momento ineffabile. Avere tutto sotto controllo è ciò che può farci perdere l'equilibrio per davvero. Può diventare tutto uguale, tutto fermo. Terrò questa scorciatoia, se dovessi perdere il filo. Ogni istante in cui la userò sarà un grosso spreco. Non mi accada di doverla usare.
martedì 15 settembre 2015
Disegni qualsiasi
giovedì 21 maggio 2015
Le cose tristi
<gli faceva male la gola, perché le cose tristi si fermano in gola>
(Nicola Lecca - La piramide del caffè)
martedì 19 maggio 2015
Cornacchie
Un giorno però ho visto una cornacchia che planava sul gruppo dei piccioni che banchettavano. Siccome ha una bella apertura alare, loro si sono spaventati e sono schizzati tutti intorno al tombino, qualche passo indietro. La cornacchia, al centro del cerchio di fuoco, si è guardata intorno, ha preso un boccone ed è volata via. L'ho seguita con lo sguardo: aveva due piccoli che la aspettavano più in là nell'erba. Solo per questo si era fatta coraggio.
Stamattina ho visto una cosa simile, cioè, credevo che fosse simile: una cornacchia che planava sui piccioni, e questa volta erano terrorizzati. Dopo aver preso un boccone, volava via verso un cespuglio e ci poggiava tutto, ben infilato nell'erba alta. Poi tornava a spaventare i piccioni, prendeva e andava via, ma cambiava cespuglio. Ogni volta che tornava sul tombino si dava certe arie e faceva certi scatti, ma con una prepotenza da dittatore, che i piccioni sobbalzavano terrorizzati. Insomma avrà cambiato sei o sette cespugli, ha nascosto tutto dappertutto, e da quello che ho visto non ha mangiato niente. Ma nemmeno i piccioni hanno mangiato niente, perchè la cornacchia ha portato via tutto lei e sul tombino non c'è rimasto niente. Quindi ora tutti cercano cose da mangiare, come è naturale che facciano, e il cibo sta nei cespugli e secondo me non se lo ricorda neanche la cornacchia dove lo ha messo. Forse ha solo deciso che è ora di fare un colpo di stato e interrompere la supremazia dei piccioni. A volte ci vuole un po' di tempo per capire che siamo in grado di fare qualcosa.
domenica 4 gennaio 2015
Dolce sentire
Questo dolce sentire, degli odori e delle emozioni piccole, momentanee, non sono che lo specchio o l'esercizio di una vita intera, che si risolve in meno di un centinaio d'anni (cosa sono mai cento anni...), la quale vita intera è in più l'attesa o il conseguimento di un certo livello di esperienza e di bontà, attraverso le piccole conquiste (cosa sono mai...). ecco allora a cosa basta litigare, aspettando il giudizio universale (chissà quando, ma intanto) a ciascuno la sua storia personale, abbracciando le nostre cose da provare, cosa conta se poi abbiamo fatto centro, se ero un bravo lanciatore di coltelli, o se non lo sapevo. Crescere una vita e poi morire, che sciocchezza, lascia stare. Studiare, studiare, e dimenticare. A che serve, a che serve... Se non un giorno di giudizio personale, facendo nelle altezze il carpentiere ed il fornaio.
martedì 2 dicembre 2014
Le stesse cose
Come quando guardo con tenerezza negli altri le mie stesse paure; quando non le sopporto negli altri e non le vedo dentro di me. Quando non lo so fare, quando non ci provo.
Forse le fragilità sono fatte tutte della stessa pasta, e se tremano le gambe o si strozza la voce in gola non cambia tanto.
Comunque, se una strada è fatta per le macchine, e io sto guidando una macchina, non c'è motivo perché non ci possa passare. Quindi bando alle ciance, non lo so fare non esiste.
sabato 8 novembre 2014
Diverse volte
martedì 3 giugno 2014
Vecchi libri
martedì 14 gennaio 2014
Le cose scadute
La laconica scritta "scopri come partecipare" sulla pagina internet non aggiornata nel giorno dei risultati delle selezioni. I cataloghi premi delle raccolte punti dell'anno scorso, a gennaio. I biscotti nella biscottiera dopo il trasloco. Le cose che ci sono ancora ma già non ci sarebbero. Se. Se l'informatico programmasse l'aggiornamento del sito, se tenessimo d'occhio sempre cataloghi, volantini, scadenze poco utili, biglietti da visita, offerte speciali. Se fossimo efficienti e sapessimo fare un trasloco perfetto, ed una vita perfetta, senza correre il rischio che di continuo biglietti, scontrini nelle tasche, ed altre cose che guarda ci sono ancora, ci ricordino chi eravamo e dove stavamo andando un attimo fa. O mezzora o come vuoi tu.
venerdì 19 aprile 2013
Le persone che non ci sono più
Le persone che non ci sono più. Ci abituiamo, perché in effetti non ci sono più. Loro c'erano, e noi ci siamo stati con loro. Noi ci siamo ancora. Loro no. Le persone che non ci sono più, prima c'erano e io ci ho fatto i biscotti, o le cose di carta. E qualche cosa, quando le persone non ci sono più, c'è ancora. Da lì in poi non sono più fatti loro, perché diventa una cosa nostra. Qualcosa che c'è ancora ce l'abbiamo noi. Le persone che non ci sono più, ci lasciano pezzi che diventano pezzi di noi. Io ho dei pezzi bellissimi, li conservo uno per uno, e ogni tanto li guardo. Stanno nella parte bella di me, le persone che non ci sono più.
mercoledì 27 febbraio 2013
Space connected (studio su William Forsythe)
Il petto si erge senza superbia sui livelli dell'aria, uno per uno, come un qualunque figlio di Dio, come solamente un uomo. L'espressione incerta delle due donne è proprio questo. Accorgersi che loro non possono farlo: quale vittoria, quale possanza, quale inno alle potenzialità umane è un uomo che non sta confinato nella mappa spaziale delle gambe piegate sotto al tavolo, e del mezzobusto compunto al di sopra di questo.